LE CHIESE

 

La chiesa parrocchiale   

Parrocchia1.jpg (83431 byte)Ricordata per la prima volta nel 1230, la parrocchiale di San Pietro aveva l’abside rivolta ad oriente, senza facciata,Casa-Parrocchiale.jpg (145989 byte) perché appoggiata alla casa parrocchiale (quella attuale è stata modificata nel Cinquecento ed è iscritta nell’elenco ufficiale degli edifici monumentali: sulla volta del salone di rappresentanza contiene un ciclo di affreschi di Antonio Cifrondi, datati 1691, con le storie di Simon Mago). Secondo i verbali delle visite pastorali, aveva la cappella maggiore affrescata da Giovan Battista Castelli e quella di San Rocco affrescata da Lorenzo Lotto: opera questa quasi certamente contemporanea al ciclo di Santa Barbara, del 1524. Era lunga quasi 18 metri e larga poco più di dieci. Nel 1680, il parroco Francesco Sonzogni, a causa dell’aumento della popolazione, pensò ad un ingrandimento. Ne ribaltò l’orientamento e così andarono distrutti gli affreschi: questa seconda chiesa arrivava fino al limite orientale dell’attuale cupola. Fu consacrata nel 1703 ed ebbe il titolo di prepositurale (ed il parroco quello di prevosto). Sulla facciata erano collocate quattro statue: San Pietro e San Paolo (oggi sul tetto a delimitare le dimensioni originali dellaParrocchia.jpg (40383 byte) seconda chiesa), San Rocco e San Sebastiano, all’interno, che sono opera dello scultore bresciano Sante Calegari.

Con la stessa giustificazione, nel corso della seconda metà dell’Ottocento si posa mano alla nuova chiesa, in stile basitale, su progetto definitivo di Antonio Preda, aperta al culto nel 1886 e consacrata nel 1906 da monsignor Giacomo Maria Radini Tedeschi, presente don Angelo Roncalli.

Queste le principali opere d’arte:

 

Sebastiano Ricci (1659-1734): Pietro-Ricci.jpg (67355 byte)

Il primato di Pietro, prima sacrestia.

La liberazione di Pietro, coro a destra

                Pietro cammina sulle acque, parete di fondo

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Antonio Balestra (1666-1740):

                Ultima cena e lavanda dei piedi, centro del coro a sinistra

 

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Anonimo del secolo XVIII:

                Scena di miracolo, parete di fondo

                Battesimo di Cristo, cappella del battistero

                L’immacolata, navata laterale destra

 

Carlo Candura:

                San Rocco soccorre gli appestati, canonica

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Ponziano Loverini (1845-1929):

                Ascensione, catino dell’abside

                Quattro evangelisti, pennacchi della cupola

                Battesimo in carcere, navata centrale

                Resurrezione di Tabita, navata centrale

                Visione del lenzuolo, navata centrale

                La pesca miracolosa, lunettone navata centrale

                Assunzione, transetto di destra

                San Francesco d’Assisi, transetto di sinistra

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Pietro Servalli:

                La sacra famiglia, sovrapporta laterale

                La natività, sovrapporta laterale

                Incredulità di Tommaso, sovrapporta laterale

                Cena di Emmaus, sovrapporta laterale

                Ecce Homo, prima sacrestia

                Tempesta sedata, prima sacrestia

 

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Francesco Bergametti (1815-1883):

                Il compianto su Cristo morto, transetto destro

 

 

 

 

 

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Giacomo Adolfi (1682-1744):

                Pala del suffragio, transetto sinistro

 

 

 

 

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Antonio Moscheni:

                Sant’Anna e la Vergine, navata laterale destra

 

 

 

 

 

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Umberto Marigliani (1885-1960):

                Via Crucis, navate laterali

                Sant’Anna, lunetta navata centrale

 

 

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Vittorio Manini (1888-1974):

                Trionfo di Maria in cielo, cupola

 

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Agostino Manini:

                Martirio di San Pietro, volta del presbiterio

 

 

Ferdinando Bruschi – Luigi Pasinetti (sec. XX):

                Decorazione interna

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Vittorio Manini – Fratelli Taragni (1955):

                La barca di San Pietro, vetrata di fondo

 

A. Bonfanti (1956):

                Santa Rita da Cascia, lunetta navata centrale

 

Anonimo milanese (1698):

                Madonna del Rosario, statua lignea

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Bartolomeo Manni (sec. XVIII):

                altare maggiore

 

 

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Sante Calegari Il Vecchio (1719):

                San Pietro, statua sul tetto della chiesa

                San Paolo, statua sul tetto della chiesa

                San Rocco, statua navata sinistra

                San Sebastiano, statua navata destra

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Autori vari (sec. XVIII):

                Rivestimento completo in argento per l’altare maggiore

 

 

Giacomo Rocchi (1906):

               

                Pulpito (Gruppo ligneo)

 

Scuola gardenese (1914):

                Sacro Cuore, statua lignea

 

Scuola gardenese (sec. XIX):

                San Giuseppe, statua lignea

 

Ditta Comana, Bergamo (1926):

                Tribuna marmorea per l’esposizione del Santissimo Sacramento (1929)

 

Pietro Guadini (sec. XX):

                Natività, formella in bronzo, presbiterio

                Crocifissione, formella in bronzo, presbiterio

 

La Madonna di Lourdes

lourdes.jpg (55184 byte)Chiesa costruita negli anni Venti del sec. XX, a cura del prevosto prof. Don Giuseppe Mojoli, dove sorgeva una grotta dedicata alla Madonna di Lourdes. Si trova a fianco della parrocchiale, sul lato meridionale, ove sorgeva uno dei due antichi cimiteri: se ne vedono i resti sulla pavimentazione dell’adiacente corridoio.

L’altare è in marmo carnicino e poggia su svelte colonnette; il soffitto è a cassettoni istoriati; ai lati del presbiterio sono due altorilievi in legno policromo, raffiguranti l’uno San Luigi Gonzaga che riceve la comunione da San Carlo Borromeo, l’altro San Francesco d’Assisi; lungo le paretiLourdes-2.jpg (56848 byte) della chiesa quattordici quadri, pure in legno dipinto, rappresentano i misteri del Rosario e provengono dalla bottega Rungaldier della Val Gardena e sono contemporanei della costruzione. Il pavimento è stato completamente rifatto nel 1986, come pure i banchi.

 

La Madonna del Castello

Chiesetta-Castello.jpg (164104 byte)Questa è la denominazione popolare della chiesa, che era dedicata, fin dal suo apparire nei documenti come santa Maria del Niardo dal 1218, alla Natività della Vergine. Dalla metà dell’Ottocento la venerazione principale è per la Maria Addolorata, della quale si conserva la statua sull’altare maggiore (rifatto in marmo negli anni Sessanta del Novecento). Fino ad allora, al centro del coro stava la pala (oggi sulla parete di sinistra) di Enea Salmeggia detto Talpino (1546?-1626) rappresentante la Madonna con il Bambino, ai suoi piedi le Sante Agata, Barbara, Lucia e Chiara (o forse Brigida, pure monaca, come nell’oratorio Suardi?), datata 1608 e pagato 80 scudi.

Sul presbiterio sono visibili, nel vano di una finestra, i resti della decorazione a guazzo, eseguita da Gian Paolo Lavagna (1556-1627) per cento scudi; è leggibile la data 7 aprile 1607. All’interno della chiesa sono due pale di Carlo Ceresa (1609-1679), raffiguranti una Sant’Antonio da Padova (a sinistra), l’altra l’angelo custode con San Fermo (sono attribuite agli anni 1635-1640); sulla parete di destra un bel dipinto del francese Pierre Rumier, datato 1711: Devoti in preghiera, recentemente restaurato. Dello stesso autore è un Compianto sul Cristo morto, del 1721, conservato in sacrestia. Gli affreschi della volta, con le storie della Madonna, sono di Francesco Parietti, che li esegue negli anni 1843-1844, come risulta dagli atti dell’archivio.

All’esterno una lapide ricorda il restauro del 1583. Dal piccolo sagrato si ammira un bel panorama di Trescore e della pianura; sul lato destro è costruita una cappella funebre, dove sono inumati membri della nobile famiglia Suardi, proprietaria del vicino castello medioevale.

 

Madonna del Mirabile

Mirabile.jpg (143741 byte)E’ una delle chiese sorte nel secolo XVIII. Si trova sul versante nord della collina del Sasser, in una panoramica posizione, da sempre chiamata Mirabile. Vi si giunge con una comoda strada asfaltata. Fu costruita nel 1740 dal nobile Maffeo Suardi e dedicata alla Madonna de miracolo, cioè la Vergine apparsa a Desenzano del Serio nel 1440, nota come la Madona de la gamba: quindi siamo nel trecentesimo anniversario. Quasi certamente è un voto per la miracolosa guarigione della moglie, contessa Ottavia Albani, come testimonia un cartiglio, unito alla rappresentazione statuaria del miracolo, che oggi è conservato nella chiesa di San Pio in piazza.

Di autore ignoto è il quadro sull’altare maggiore, raffigurante l’apparizione; così come la statua lignea settecentesca della Madonna col Bambino, nella nicchia centrale. La chiesa conserva una bella serie di ex voto.

 

Santuario della Madonna del Roccolo

Chiesetta-Roccolo.jpg (94147 byte)Sorge solitario tra vigneti, pascoli e pinete, in località Roccolo, A breve distanza da Trescore, è accessibile attraverso il "Colle" o attraverso la strada che porta al "Mirabile" e vi si gode quiete e serenità.

 

 

 

San Bartolomeo a Strada

S-Bartolomeo.jpg (159022 byte)Posto alla confluenza tra via Roma e via Rimembranze, la chiesa entra nella storia con un documento del 1413, quando in essa viene fondata una cappellania. Una iscrizione, parzialmente leggibile, fa pensare che la sua consacrazione sia avvenuta nel 1457.

Aveva, in origine, l’abside orientata ad oriente: si vedono ancora non pochi affreschi del secolo XV, riscoperti nel 1953. Uno di essi reca un’iscrizione funebre in esametri latini con la data del 1473. Qualche graffito, pur di ardua lettura, sembra risalire al Trecento.S-Bartolomeo-Interno.jpg (85043 byte)

Nel 1727 il titolare del ricco beneficio, il canonico Giuseppe Albani, del quale è conservato lo stemma sulla porta maggiore, d’intesa con il conte Giuseppe Mosconi, che aveva il suo palazzo adiacente alla chiesa, ottiene i necessari permessi per ribaltarne l’orientamento. Al posto dell’altare maggiore si pone la porta , sopra la quale si colloca una balaustra, con passaggio dietro al vicino palazzo (il tutto con grave sacrificio degli affreschi), si costruisce il campanile a lato della sacrestia, viene collocata una pala con la raffigurazione del martirio del titolare, San Bartolomeo apostolo, di un anonimo pittore della metà del Seicento (a lungo è stata erroneamente attribuita al Cinquecentesco Francesco Terzi). Sul presbiterio sono due ovali raffiguranti Tobia con l’angelo e Giobbe, racchiusi in cornici originali dorate e di buona fattura. Un ignoto pittore del secolo XVIII ha dipinto una Sacra famiglia, dai toni assai delicati. Nella parete di destra è il monumento funebre alla nobile Silvia Adelasio Celati, fondatrice, con testamento del 1854, dell’orfanatrofio, aperto nel 1863 dalle suore delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, dette di Maria Bambina.

A loro si deve il simulacro di Maria Bambina, collocato in una nicchia appositamente ricavata nella parete di sinistra.

Sulla facciata sono due dipinti, protetti da grate, con le immagini della Madonna e di San Giuseppe.

 

Sant’Antonio Abate a Strada

S-Antonio.jpg (72302 byte)Si hanno notizie della chiesa a partire dal 1541, quando nella visita pastorale si dice che essa è proprietà della famiglia Lanzi, che vi fa spesso celebrare la messa.

Questa potente famiglia ghibellina era la proprietaria dell’adiacente castello delle Stanze, uno dei più importanti e ricchi della zona, lo stesso dove, probabilmente, sono stati alloggiati gli imperatori al loro passaggio da Trescore. Nel 1575 risulta deforme e da tempo è stata proibita la celebrazione, vi è anche un altare esterno ed anche un piccolo cimitero.

Si ordina di restaurarla secondo le disposizioni del Concilio di Trento e, difatti, nel 1594 risulta ben tenuta, ma lo stato di abbandono continua nei decenni successivi, anche perché l’unico reddito della chiesa era dato da due piante di moroni, che davano venti lire.

Nel 1693 il sacerdote Andrea Barboglio lascia per testamento il reddito di cento scudi per la celebrazione di messe. Nel 1750 fu ricostruita dalle fondamenta per volontà del notaio Cristino Barboglio. Bisogna arrivare alla visita del 1862 per sapere che ora è uno dei più belli in parrocchia.S-Antonio-2.jpg (45434 byte)

Sottoposta ad un radicale restauro esterno ed interno nel 1985, la chiesa presenta le sue linee settecentesche molto luminose. La pala dell’altare maggiore con il santo titolare è di ignoto del secolo XVIII, come gli ovali sulle pareti. Nella volta dell’abside un affresco di buona fattura rappresenta un barbuto Dio Padre.

All’esterno della chiesa è visibile una delle prime fontane pubbliche, collocata nel 1840, in occasione della costruzione del primo acquedotto di Trescore.

 

San Giovanni Battista a Canton

S-G-Battista-Canton1.jpg (50658 byte)Nel 1236 la chiesa è già dotata di beneficio, goduto dall’arciprete della cattedrale di Bergamo e durante il Cinquecento i verbali delle visite pastorali la definiscono una delle antiche parrocchie di Trescore: l’edificio è mezzo scoperchiato, a fianch vi è un cimitero recintato. Nel 1610 si procede alla sua riparazione, si aggiungono due altari laterali, uno dedicato a San Carlo Borromeo, canonizzato proprio nel 1610, e l’altro a San Bernardino da Siena, che una antica tradizione dice di essere passato da Trescore durante la sua predicazione nel periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini. Le due pale d’altare sono attribuite la prima, con i santi Alessandro, Bernardino, Rocco e Sebastiano, a Chiara Salmeggia, la seconda, con San Carlo e gli angeli, a Francesco, ambedue figli di Enea Salmeggia.S-G-Battista-Canton.jpg (82718 byte)

La pala centrale è opera di un anonimo pittore e dovrebbe aver sostituito un quadro di Giovan Battista Moroni, andato disperso, legato alla chiesa con il testamento dell’anno 1652 del parroco Giovanni Paolo Garlini secondo, il quale però autorizzava i suoi successori a venderlo, dopo averne fatto fare una copia.

Un rifacimento totale avviene dopo la visita pastorale di San Gregorio Barbarico nel 1659 e la chiesa assume le dimensioni attuali: si costruisce il campanile e vi si colloca un organo dei Carboni, con la sua cantoria, i cui resti sono ancora visibili.

L’interno è affrescato dalla stessa mano che ha dipinto gli interni della vicina villa dei marchesi Terzi, nel secolo XVIII, ed è stato restaurato negli anni Sessanta del Novecento.

 

San Pio V in Piazza

S-Pio.jpg (56204 byte)Con testamento del 1708 Gerolamo Castelli di Gandino istituiva una cappellania quotidiana a favore degli abitanti di piazza, ai quali affidava anche l’elezione del cappellano, che avrebbe ricevuto lo stipendio annuo di 90 scudi. Gli abitanti medesimi, con atto notarile del 1720, cedettero ogni loro diritto ai nobili conti Albani, allora proprietari del palazzo sul lato est della piazza stessa. Questi nel 1721 eressero la chiesa su un lato della loro casa e la dedicarono al papa San Pio V, quel Michele Ghisleri che,s-pio2.jpg (39961 byte) essendo inquisitore a Bergamo e costretto a fuggire dalla città, aveva trovato rifugio e protezione nel castello Albani di Urgnano. Diventato papa, aveva creato cardinale Gian Gerolamo Albani. In seguito, per ragioni ereditarie, la chiesa passò in proprietà dei conti Suardi.

Quasi nulla rimane della chiesa settecentesca. Un primo ridimensionamento avvenne negli anni Dieci, quando la chiesa fu ridotta per far posto all’allargamento della strada nazionale: in quella occasione il conte Gianforte Suardi abbellì l’interno e fece costruire la facciata in marmo. Dopo la totale ristrutturazione avvenuta nel 1975, si è conservata solo la facciata: l’interno ha linee moderne. Il quadro originale del santo eS-Pio-Festa.jpg (144761 byte) gli altri devozionali, di autori anonimi, sono stati restaurati. All’interno sono murate due lapidi latine che ricordano la fondazione della chiesa, i passaggi dii proprietà, le vicende dei restauri del 1876 e del 1911.

 

San Vincenzo alla Torre

S-vincenzo.jpg (100403 byte)Chiesa di stile romanico, con abside ad oriente, già nel 1105 appartiene in proprietà al vicino monastero benedettino di San Paolo d’Argon ed è elencata in una bolla di papa Callisto II del 1125. Tracce di muratura più antica fanno pensare che proprio qui fosse la chiesa dedicata a San Carpoforo, di cui si parla nella pergamena dell’830.

Celebrazione della messa, che avveniva solo il giorno del patrono, suppellettili, paramenti e quadri erano a carico dei monaci, i quali furono obbligati anche a dipingere l’altare maggiore, a provvedere una campana ed a fare in modo che l’adiacente cimitero venisse difeso dalle bestie. Attorno al 1780 fu collocato sull’altare maggiore il quadro con l’Incoronazione della Vergine, proveniente dal monastero. A lato della porta d’ingresso si trova una antica arca tombale, sullo stipite destro una iscrizione latina dei bassi tempi romani e sulla soglia una lapide del 1489, scoperta nel 1991, che ricorda le indulgenze concesse a quantiS-Vincenzo-2.jpg (51805 byte) hanno contribuito a favore della chiesa della Madonna d’Argon, sul colle omonimo. Questa chiesa è iscritta nell’elenco ufficiale degli edifici monumentali della provincia di Bergamo. Poco lontano, in mezzo ai campi, si vedono i resti (praticamente la sola abside) della contemporanea chiesa di San Cassiano, anch’essa nominata nella pergamena del 1105, il cui beneficio è confluito in quello della parrocchiale di San Pietro già nel 1466. Descritta come semidistrutta a partire dal Cinquecento, nei suoi pressi furono sepolti alcune vittime della peste o di altre epidemie: lo testimoniano le tracce di affreschi del tipo delle danze macabre, oggi appena visibili.

 

Santa Barbara a Novale

S-Barbara.jpg (154632 byte)Meglio conosciuta ormai quasi universalmente, come l’Oratorio Suardi, questa piccola chiesa, dal 1880 inglobata nel parco della villa dei conti Suardi, sorgeva lungo la strada che, attraverso la valle Cavallina e la valle Canonica, portava in Austria e in Germania. E’ stata costruita alla fine del secolo XV; il presbiterio fu dipinto nel 1502 da un anonimo pittore, forse della cerchia dei bergamaschi Scipioni; pareti e soffitto sono stati affrescati daS-Barbara1.jpg (146162 byte) Lorenzo Lotto, chiamato nel 1524 da Battista Suardi a dipingere le storie di santa Barbara, Brigida, Caterina di Alessandria e Maria Maddalena. Le storie, oggetto di numerose pubblicazioni dall’Ottocento a tutto il Novecento, con la loro simbologia, formano un vero e proprio trattato teologico per immagini, indirizzato, soprattutto, a confutare l’eresia protestante, che si affacciava S-Barbara3.jpg (68606 byte) anche da noi, attraverso gli eserciti tedeschi imperiali, che scendevano in quegli anni numerosi in Italia, con soste disastrose anche a Trescore, a causa delle guerre tra i vari sovrani del tempo. Particolare attenzione merita anche la volta, rappresentante una vigna (simbolo del popoli di Dio nell’antico e nel nuovo testamento), che prende origine dalle dita del grande Cristo al centro della parete di sinistra, rallegrata da putti variamente atteggiati; quei cherubi cantati da Gabriele d’Annunzio nelS-Barbara2.jpg (65249 byte) sonetto dedicato alla città di Bergamo. Il rivestimento esterno in cotto e marmo, il campaniletto e il portico sono aggiunte volute dal conte Gianforte Suardi alla fine dell’Ottocento, quando ha riedificato il palazzo e disegnato il grandioso parco. Nella stessa epoca sono stati collocati all’esterno due sarcofagi, di stile campionesse, uno dei quali con iscrizione funebre del 1330. Anche questa chiesa è riconosciuta come edificio monumentale.

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San Cassiano

S-Cassiano.jpg (115383 byte)I documenti la dichiarano antichissima; situata all'incrocio della via aperta dai Romani per Brescia-Bergamo e valle dei Camuni, è ritenuta la Parrocchia del primo nucleo abitato di Trescore.

 

 

Santa Caterina in Redona

S-Caterina-Redona.jpg (103475 byte)Anteriore al 1500, riadattata e abbellita dopo la visita di S. Carlo Borromeo, fa parte del palazzo dei conti Medolago Albani.

 

 

 

 

 

San Michele alla Minella

S-Michele.jpg (66637 byte)L'oratorio era parte integrante del turrito castelo ove Giovanni Lanzi per ben dieci mesi (nel 1407), oppose fiera resistenza al Malatesta che lo assediava con "forte esercito".

Non espugnata dal Malatesta, fu tuttavia rasa al suolo dalla Serenissima nel 1530 con il "turrito castello". Nei primi anni del 1700 fu ricostruita e dotata di una tela dipinta nella parteS-Michele-2.jpg (58772 byte) superiore da Lorenzo Lotto e terminata da ignoti suoi allievi.

 

 

 

 

 

 

Dalla Guida Unica 2001 del comune di Trescore Balneario

 

Dall'opuscolo "Chiesa prepositurale di San Pietro Apostolo in Trescore Balneario"

1906-1996 - 90° anniversario della Dedicazione